Le Grotte di Catullo di Sirmione
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Scopri un lato antico e affascinante di Sirmione, le rovine romane dette Grotte di Catullo, una villa del I secolo d.C. sulla punta più suggestiva del Garda

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Lo scenario più bello e affascinante sul Lago di Garda, fin dall’antichità è stato quello sulla punta della penisola di Sirmione.

Ed è proprio qui, che nel I secolo avanti Cristo, sorse una villa che ancora oggi ci racconta della storia di questa località e del Benaco stesso..

Catullo o non Catullo? Le rovine della villa romana sul Garda 

Definite oggi le Grotte di Catullo, le rovine della villa sorgono in uno dei punti più panoramici del Garda, dove fu costruita per una personalità sicuramente eminente, una delle domus romane più spettacolari; ad oggi una delle più importanti nell’Italia settentrionale. 

Si è conservata nei secoli, e rappresenta un complesso archeologico noto per la sua bellezza e unicità, esteso su oltre 20.000 metri quadrati.

Riscoperta in epoca rinascimentale, già nel Quattrocento fu studiata dagli umanisti dell’epoca che pensarono fosse la villa di Caio Valerio Catullo, il poeta latino che amò Sirmione, tanto da dedicarle dei versi travolgenti. 

La sua “gioia e felicità” di rivedere Sirmione, definita nel suo Liber catulliano (Carme XXXI) come un gioiello delle penisole e delle isole di tutto il regno di Nettuno, ha fatto sì che la sua poesia fosse un indizio per attribuirgli una splendida dimora su queste sponde del Garda – una teoria nata alla fine del Quattrocento.

In realtà, dalle scoperte archeologiche si è definita la fondazione di questa domus durante l’età augustea agli inizi del I secolo dopo Cristo; in epoca posteriore alla biografia di Catullo, quindi, anche se al di sotto sono presenti delle strutture del I secolo a.C., che potrebbero essere contemporanee al poeta.

La storia delle Grotte di Catullo nei secoli

Per costruirla, fu necessario “sfidare” il banco di rocce della penisola di Sirmione, con dislivelli da regolare e un progetto architettonico unico, di affaccio a picco sul lago. 

Dotandoli di fondamenta resistenti su due piani, gli edifici principali furono costruiti dagli antichi architetti romani con opere di sostegno, tagli nella roccia, fin quando non si arrivò alla splendida villa con piano nobile, intermedio e inferiore, lunghi porticati, terrazze sul lago tra cui un belvedere munito di velarium – una copertura in tessuto di canapa velato, per la protezione dal caldo o dal maltempo.

Era adiacente un ampio giardino, oggi un uliveto, e una cisterna che raccoglieva l’acqua per la villa. Essendo a Sirmione, la domus era ovviamente dotata di una zona termale, in cui sorgeva una piscina riscaldata.

Per motivi non chiari, l’enorme villa fu abbandonata già nel III secolo dopo Cristo, e una parte della sua decorazione e dei materiali furono addirittura impiegati per costruire un’altra villa a Sirmione, quella definita di Via Antiche Mura.

Successivamente, tra il IV e il V secolo, le sue rovine furono comprese nelle fortificazioni che cominciarono a circondare Sirmione, viste le frequenti incursioni dei barbari; all’interno di questo edificio iniziarono in questo periodo a sorgere delle zone dove venivano sepolti i defunti.

Nei secoli successivi quelle che rimasero delle grotte, ovvero i resti dell’antica casa romana, furono presto ricoperti dalla vegetazione selvaggia, e si presentarono ai moderni con l’aspetto di caverne misteriose. 

Le rovine furono visitate da molti studiosi o viaggiatori, tra cui nel 1514 ai resti Isabella d’Este, moglie di Francesco Gonzaga, marchese di Mantova, che radunò molti artisti e letterati rinascimentali in questo affascinante scenario. 

Solo nei primi dell’Ottocento, però, furono effettuati degli studi sulla cosiddetta villa di Catullo, dal generale La Combe St. Michel, comandante dell’artiglieria dell’esercito napoleonico. A metà secolo, fu Giovanni Girolamo Orti Manara che eseguì diversi rilievi e ricerche, ancora oggi essenziali per chi vuole approfondire la storia della domus.

Gli scavi archeologici iniziarono dal 1939, insieme ai restauri, e dal 1948 l’area è parte della Soprintendenza per i beni archeologici.

Secondo alcuni storici moderni, questo complesso residenziale potrebbe essere stato la villa  del padre di Catullo. Chiunque ne fosse il proprietario, l’aveva probabilmente scelta per la sua vista spettacolare sul Garda, e aveva esteso la sua domus per circa 2 ettari – ancora oggi non tutti scoperti!

Gli anfratti della villa creano tuttora degli scorci suggestivi, mentre una parte all’interno del parco è stata ristrutturata per ospitare uno spazio espositivo e didattico, il museo.

Il Museo Archeologico di Sirmione

Questa struttura, attiva dal 1999, ospita i reperti delle Grotte di Catullo e anche di altre ville romane che sorgevano sul lago di Garda – come la villa di Via Antiche Mura, la villa Desenzano-Faustinella oppure la villa di Toscolano.

Inoltre, possiede numerosi reperti medievali e testimonianze della necropoli longobarda del colle di Cortine.

La visita al museo archeologico è consigliata per chi arriva e vuole visitare le Grotte di Catullo, in modo più consapevole del territorio e della sua storia. Negli spazi si trovano testimonianze storiche di Sirmione, dall’epoca palafitticola (San Francesco, Porto Galeazzi, Lugana Vecchia, Maraschina) fino alle chiese medievali di San Pietro in Mavinas e San Salvatore.

Tra le bellezze artistiche visibili che provengono dalle Grotte di Catullo, spiccano i frammenti degli affreschi presenti all’epoca negli ambienti residenziale della domus. La decorazione in III stile pompeiano, mostra dipinti di architetture policrome, scene paesaggistiche, figure fantastiche, candelabri vegetali: una raffinata pittura che invita a sognare l’antica villa.

Sono presenti anche dei bellissimi stucchi, frammenti architettonici sfuggiti al reimpiego come materie prime (capitelli, colonne), e reperti ritrovati da diversi insediamenti sul lago di Garda; come il corredo della tomba di Lonato proveniente dalla cultura dei celti Cenomani, antichi abitanti del territorio bresciano nel IV secolo a.C.

Ad oggi, la villa e il museo, ovvero l’intero complesso delle Grotte di Catullo, sono uno tra i siti archeologici statali più visitati in Italia, con oltre 200.000 visitatori l’anno.

L’uliveto storico delle Grotte di Catullo

I resti dell’antica villa sono circondati da una vasta coltivazione di ulivi, circa 1500 piante su 7 ettari, che fanno parte del patrimonio arboreo con le varietà coltivate sul Garda: Casaliva, Gargnà, Leccino.

Alcuni ulivi sono esemplari secolari di circa 400-500 anni, e da diversi anni, dopo molti anni di abbandono, sono tornati a produrre olive per l’EVO di ottima qualità ricavabile in questa punta della penisola di Sirmione.

Grazie ad un progetto di AIPOL (Associazione Interprovinciale Produttori Olivicoli Lombardi), l’oliveto dell’area archeologica ha subito un intervento di recupero e potature di risanamento d’eccellenza. 

Secondo alcuni studiosi, gli olivi arrivarono in questa zona con i greci che risalirono l’Istria e il Veneto fino al Garda. Secondo altri, furono gli etruschi a portarle. In ogni caso, l’olio catulliano oggi è tornato protagonista del territorio, insieme alle antiche rovine, rivive la natura: eterna anch’essa ma sempre rinnovata ad ogni fruttificazione!

Info utili per visitare le Grotte di Catullo

Sono aperte in estate dall’ultima domenica di marzo all’ultimo sabato di ottobre.

Gli ingressi per area archeologica e museo sono possibili  seguendo gli orari: giorni feriali – 8.30-19.30 e giorni festivi – 8.30-14.00.

Il complesso delle Grotte di Catullo è chiuso il martedì.

Durate l’inverno è visitabile dall’ultima domenica di ottobre all’ultimo sabato di marzo, in orario: giorni feriali – 8.30-17.00 e giorni festivi – 8.30 -14.00.

Il museo, durante l’inverno, è aperto giorni feriali – 8.30-19.30 e nei giorni festivi – 8.30-14.00.

Michele
Michele
Ciao lettore :) Sono Michele, ho 30 anni e vivo sul Lago di Garda, più precisamente a Toscolano Maderno. La passione e la bellezza di questo territorio mi hanno spinto a condividere con voi i miei migliori consigli e tutto ciò che riguarda il Lago di Garda. Se avete bisogno di informazioni ulteriori commentate l'articolo e vi risponderò in 24 ore! Buon viaggio a tutti!

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