Un brindisi sul Garda? Si può fare con i vini locali, che nella sponda orientale sono decisamente gustosi, tra bianchi e rossi.
I vini gardesani veronesi più noti, con i quali riempire il calice, sono il Bardolino, il Custoza e il Lugana – considerati piccoli gioielli della vinificazione soprattutto nelle etichette più prestigiose. Vediamo da dove vengono, e quali uve utilizzano!
Il Bardolino, rosso e chiaretto
Il nome di questo vino arriva dal comune omonimo, uno dei borghi più noti sul Benaco, ma viene prodotto in tutta la zona di Lazise, Garda, Costermano, Cavaion e Affi.
Le sue uve sono le stesse del Valpolicella, che donano in questo caso un vino rosso rubino dal profumo delicato, e note di ciliegia veramente coinvolgenti. Per un bardolino DOC si aggiunge alle uve Valpolicella (Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara) una piccola parte di Negrara, e la botte sarà degna di tale nome.
La differenza con il Valpolicella è, ovviamente, nel terreno ben distinto, dal clima gardesano e dall’esposizione al sole dei vitigni: se ne ricava più leggerezza nel gusto.
Il sapore di questo vino del Garda veronese è asciutto, asprigno e di buona acidità. Perfetto per carni bianche, fritture e piatti della cucina tipica del territorio: pasta e fagioli, risotto con salsiccia (al tastasal), pappardelle con i fegatini, piatti di pesce.
La varietà del Bardolino Chiaretto è ormai nota come un celebre vino rosé, ottenuto con una macerazione delle bucce col mosto rapida, che ne esalta le caratteristiche di leggerezza per accordarsi al meglio con antipasti, minestre e piatti di pesce.
Una curiosità: nel 1987 venne riconosciuto come Bardolino DOC anche il Novello, che fu il primo novello italiano ad avere un denominazione di origine controllata!
Il Custoza, bianco e passito
Coltivate nella sponda veronese al confine con quella del Bardolino e quella bresciana, le uve che danno vita a questo vino bianco sono varie. Il vitigno d’elezione è il Trebbiano toscano, a cui si aggiunge l’uvaggio di Tocai Friulano, uve di Riesling italiano, Cortese, Garganega, Malvasia, Manzoni bianco, Pinot bianco e Chardonnay. Insomma, un mix esplosivo per il palato!
Questo Bianco di Custoza ha un profumo leggero e fruttato, un sapore amarognolo e asciutto, ma delicato: caratteristiche ideali per un vino da aperitivo o da pasto, per diverse portate e soprattutto per il pesce (sia di lago sia per i frutti di mare). Si serve fresco, almeno a 9 gradi, e va bene persino per il dessert nelle versioni di Custoza passito e Custoza spumante.
La sua zona di coltivazione e produzione comprende diversi comuni del Garda Veronese come Peschiera, Castelnuovo, Villafranca, Valeggio sul Mincio, Sommacampagna, Sona, Bussolengo, Pastrengo e Lazise.
Il Lugana, vino di confine
Nella parte meridionale del lago tra Veneto e Lombardia, tra Sirmione e Peschiera del Garda, viene prodotto questo vino sempre più ricercato dagli intenditori e sommelier.
Il Lugana è un bianco fruttato, corposo, creato con uve Trebbiano di Lugana e Turbiana, che sprigiona al palato un gusto morbido e ricco di armonia, perfetto per antipasti, casoncelli, risotti e pietanze a base di pesce – soprattutto trota, persico e pesce di lago.
Molto apprezzata la versione spumante, e il Lugana Superiore per l’aperitivo o per l’abbinamento con sughi elaborati e formaggi.
Viene coltivato soprattutto sulle colline bresciane, ma la sua piccola incursione nel Garda Veronese gli fa meritare una menzione, anche per i tanti consumatori “di confine”!
La storia dei vini del Garda veronese è antica, come tutte le viticolture del territorio, dato che già all’età del bronzo e poi in epoca romana, il vino non mancava nell’alimentazione.
Questi vini hanno avuto gran successo sicuramente anche nel medioevo, quando iniziano le testimonianze sui vitigni del gardesano. Di certo, nel tempo le viticolture sono cambiate, i blend di uve si sono arricchiti e quelli che gustiamo oggi sono frutto di una cultura raffinata del vino.