È una delle valli prealpine più “selvagge” della Lombardia dove ancora la natura mostra un suo lato incontaminato, e per questo la Valvestino è meta prediletta da chi cerca un’oasi rigenerante a due passi dal lago.
Partendo dalle sponde occidentali del Garda, in particolare dalla zona di Gargnano, si può proseguire nell’entroterra e si arriva alla magnifica Valvestino: un luogo da scoprire fino in fondo.
Il Lago di Valvestino
Per chi già viene dal principale lago, ovvero quello di Garda, si potrà sorprendere di osservarne un secondo dove ripetere l’esperienza dell’azzurro tra acqua e cielo, sto parlando del bellissimo Lago (artificiale) della Valvestino raggiungibile dalla strada che sale da Gargnano.
Le insenature del lago sono affascinanti e ricordano i bellissimi fiordi norvegesi, essendo un lago particolare con montagne a picco nei suoi dintorni. È formato da una suggestiva diga che dagli anni Sessanta raccoglie l’acqua del fiume Toscolano, di fatto creando nel tempo un ecosistema fatto di boschi e prati intorno al lago, animali splendidi e protetti come cervi e caprioli, e piante rare (la zona è considerata botanicamente unica). Questo specchio d’acqua di circa 1 chilometro e mezzo è racchiuso tra le vette alpine e intorno offre la vista dei monti Alberelli, Fassane, Palotti, Pracalvis, tra gli altri. Il più alto tra i sistemi rocciosi vicini è Monte Zingla, di 1497 metri di altezza.
La diga di Ponte Cola, che crea il lago di Valvestino, rende a questo bacino uno scenario unico, mentre a livello idrogeologico permette al lago di essere alimentato anche dalle acque del torrente Droanello, del torrente San Michele e del torrente Vesta.
Escursioni in Valvestino e Val di Vesta
Dal lago di Valvestino partono diversi sentieri nella valle, e sono possibili alcune escursioni come quella lungo il torrente Vesta, nel fondovalle. Si tratta di una zona definita “Wilderness”, la Val di Vesta è infatti isolata e raggiungibile solo a piedi oppure in canoa, meta preferita dunque dai veri amanti delle avventure in piena natura.
L’escursione nei dintorni del lago di Valvestino può essere presa anche dal sentiero che lo costeggia, per esempio partendo dal Molino di Bollone che si trova poco prima del ponte (se vi state chiedendo quale ponte non c’è bisogno ve lo spieghi, ve ne accorgerete!). Qui si trova anche una grotta di stalagmiti, detta Cuel Sant Grande, e che una leggenda racconta come pericolosa: un vitello d’oro (sacrilego!) pietrificava chi entrava nella caverna, rendendolo subito una delle colonne che si vedono oggi all’entrata della grotta.
Le zone antistanti al lago di valvassino rappresentano, come già anticipato, un luogo veramente fuori dalla quotidianità, che presenta uno scenario spettacolare e affascinante anche per la presenza di alcune specie rare di piante. Sono celebri tra i sentieri di montagna il Giglio dorato (Hemerocallis lilio-asphodelus), la Athamantha vestina, la Euphrasia vestinensis e la violacea Scabiosa vestina. Oltre alle piante, si possono anche con un po’ di fortuna individuare animali protetti nel loro habitat come il Gallo forcello, il Gufo reale, e pochi esemplari di Aquila reale.
La campagna intorno al lago offre altrettanti panorami unici con piccoli borghi rurali che creano un effetto di ritorno al passato, se così si può dire. Chi cerca un’esperienza di immersione nel paesaggio naturale e nei suoi profumi può anche visitare i dintorni salendo verso i fienili di Cima Rest: qui si trovano vecchie case contadine di montagna, oggi trasformate in strutture per accogliere i visitatori, ma conservate in modo da mostrare autenticità e fascino.
Testimonianze storiche nella Valvestino
La zona è abitata fin dall’antichità da popolazioni italiche come gli Stoni, poi dagli Etruschi, i Galli Cenomani e infine i Romani.
Ai Galli si possono far risalire alcuni centri e castelli nei dintorni (Vico e Zumie in Capovalle, Rocca Pagana, Magasa, Cadria, Castello di Turano). Da allora ha subito le vicende del territorio lombardo tra longobardi, Impero austriaco, repubblica di Venezia, fino all’Unità d’Italia.
Storicamente era una valle ricca di pascoli per l’allevamento ma anche di carbone, e fu nel 1962 che si iniziò la costruzione della diga che sbarra il torrente Toscolano. Lungo il percorso intorno al fiume Vesta si possono vedere anche delle colonne di misurazione stradale (cippi) risalenti al 1753, quando Maria Teresa d’Austria volle segnare i confini meridionali del suo impero. Inoltre, si trovano in zona Valvestino diverse testimonianze della I Guerra Mondiale: trincee, campi di artiglieria e fortificazioni in cemento.